L’eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C. distrusse anche Pompei investì con una colata di fango e di lava questa raffinata cittadina, sommergendone case e oggetti.
Ma, a differenza di Pompei, qui si sono conservati strutture lignee e mobilio: perciò quanto è stato riportato alla luce da lunghi scavi riveste un interesse eccezionale per documentare usi, costumi, abitudini ed arte dell’età romana. Sculture, pitture, vasi e oggetti preziosi sono ora nel Museo Nazionale di Napoli, altri figurano nel locale Antiquarium.
Fu luogo di villeggiatura frequentatissimo dai ricchi romani. Cicerone la considerava una delle più importanti città della Campania; Cesare vi possedeva una villa.
Sulla sua area sorse poi la città di Resina, che nel 1969, con decreto, ha mutato denominazione in Ercolano.
Gli scavi archeologici, oggi importantissimi, furono iniziati da Emanuele di Lorena nel 1709; poi interrotti e ripresi più volte finchè non intervenne nel 1927 il Governo italiano.
Fra gli edifici degli scavi va ricordato il Teatro, a ca.26 m. di profondità, capace di 3.000 spettatori su 10 file di gradini; la basilica ornata di marmi e di pitture e le terme con la palestra, la Casa di Argo con un porticato di 20 colonne e 6 pilastri e i famosissimi papiri di Ercolano in parte consevati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Otto anni di lavoro, la scoperta di gran parte del quartiere meridionale della città, con edifici di grande bellezza e cospicue opere d’arte, il perfezionamento delle opere di scavo e di restauro, che fanno della casa ercolanese la documentazione più umana e più intima della vita privata degli antichi, rappresentano il primo frutto della ripresa degli scavi di Ercolano voluta da Benito Mussolini.
L’enorme altezza e la durezza e compattezza del tufo che copre Ercolano, lo schiacciamento delle murature, rendono estramemente difficile lo scavo e la sistemazione degli edifici, con la loro decorazione e con le loro masserizie.
Casa D’Argo
Fu l’ultima delle grandi case che si scoprirono negli scavi borbonici e che è ancora in parte sepolta: segno di nobiltà di questa abitazione è il bel peristilio a colonne stuccate.
Casa dei Cervi
Nobili e lussuose erano sopratutto le case del quartiere meridionale, che si affacciavano con le loro terrazze sulla marina verso l’ampia veduta del golfo di Napoli.
La casa dei Cervi, con il suo luminoso giardino e le ampie sale ancora ricoperte di pavimenti di marmi policromi.
Una Bottega
Oltre alla suppellettile rimasta sul banco di vendita, ai cereali e ai legumi carbonizzati, resta ancora intatto l’interno della bottega con il soppalco ligneo su cui erano poggiate le anfore di deposito e di scarico.
Casa Sannitica
Le nobili strutture di una abitazione Sannitica dell’età preromana, sono ancora conservate nell’atrio di questa casa in cui, al piano superiore, ricorre tutt’intorno un grazioso loggiato a colonne e transenne finemente stuccate. Anche il portale con i suoi pilastri e i capitelli intagliati, e il pavimento a semplice disegno geometrico di tessere bianche, ci riportano all’età preromana.
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